Strade Roma (vecchia)

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  1. Roxas
     
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    "Forza, muovetevi, levatevi di torno!" urlò spintonando qualsiasi persona gli si parava davanti.

    Il locale era diventato un inferno. Gente che urlava da tutte le parti e che cercava di uscire in qualsiasi modo da quella che ormai era una camera mortuaria. Tutta la confusione però svani, quando tutta la gente si riversò fuori, nelle strade.

    Adesso il locale aveva assunto un silenzio che non si sarebbe quasi aspettato, persino irritante. Perché, bene o male, qualunque posto ha un minimo di rumore. In campagna c'è il fruscio dei venti e i versi degli animali, in città il rumore di auto. Ma li nulla, il vuoto più assoluto. Si sentiva quasi sordo, per un istante temette di aver perso l'udito.

    Si guardò intorno. Vide che non era rimasto nessuno. Erano solo lui e il cadavere del signore con la gola squartata. La confusione aveva provocato un bel po di danni al locale, con moltissimi tavoli e molte sedie rovesciate. La porta d'uscita del locale, pensò, deve essere bella tosta per aver sopportato tutta quella calca di gente. Le altre porte erano tutte chiuse, o comunque non vi era traccia che qualcuno le usò. La porta posteriore, invece, era spalancata.

    Alessandro si fermò e pensò. Era da tutta la giornata che si affidava all'istinto o a pensieri affrettati, ed lo hanno portato in questa tragica situazione. Doveva riflettere, non poteva permettersi altri sbagli.

    " Se Aurora fosse scappata, me ne sarei accorto. E comunque Luca non aveva motivo di scappare. Il cadavere è ancora..." e si senti un freddo mostro alla cosa che stava pensando: La carcassa dell'uomo è ancora integra, non aveva motivo di lasciarla cosi. Le cose sono due, o non è diventato un cannibale che mangia essere umani, oppure deve esser stato distratto da qualcosa. Forse Aurora o un altra persona ha tentato di fuggire dalla porta sul retro, e lui l'ha seguita.

    Diede un occhiata al corpo dilaniato del signore. La carotide era totalmente tranciata, da dove era uscito moltissimo sangue.

    "Se entro nel vicolo, sarò in svantaggio. Se dall'altra parte c'è Luca, correrei già un rischio ad affrontare lui, inoltre se "ritornasse indietro" anche il signore, posso darmi per spacciato. Oltre a questo, sono in netto svantaggio in un luogo chiuso. Un idea... mi serve un idea..."

    Guardò una sedia rovesciata affianco a lui.
    Ebbe l'idea più strana che abbia mai avuto.
    Prese la sedia e la lanciò alla porta, tentando di provocare il maggior baccano possibile.
    "EHI, SONO QUI, STRONZO!"
    Corse verso la porta d'uscita, l'entrata del locale.
    Se voglio affrontare lui, ed eventualmente l'altro, devo essere in uno spazio aperto, altrimenti non ho chance. Ho bisogno di un arma. Non mi importa se finirò in prigione per questo, ma non permetterò che un cadavere impazzito mi mangi le membra. e incominciò a guardarsi in giro, alla ricerca di un qualsiasi cosa per potersi difendere, sperando che Luca abbia sentito il fracasso.


    Alessandro "Alex" Lombardi

    Salute: Sano
    Armi: N/A
    Zaino:
    -2x panini imbottiti
    -1x mappa della città
    -un attrezzo multiuso
    -una foto sbiadita di una persona cara
    Abbigliamento:
    -Scarpe da ginnastica
    -Jeans blu
    -Canottiera bianca
    -Felpa.
    Abilità: Ricerca Lv.3 / Agilità Lv.3 / Calci lv.2
    Soldi: 50 euro
    Note: N/A

     
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    Moderatore

    Alessandro Lombardi



    La sedia reduce da centinaia di persone con qualche chilo di troppo che alla sera andavano ad abbeverarsi nel locale, si distrusse a contatto con la porta, dividendo le gambe dal resto e provocando un rumore violento che si propagò per tutto il locale ormai vuoto.
    Fuori erano rimaste alcune persone, le più "coraggiose", che incuriosite guardavano ciò che accadeva restando a debita distanza.
    Alessandro si guardò intorno per cercare un qualche oggetto con cui difendersi nel caso quel mostro si fosse ripresentato, mentre si guardava attorno sentì un rumore che attirò la sua curiosità, la macchina che minuti prima aveva iniziato ad emettere fumo ora aveva preso fuoco, c'era un'altissima possibilità che di lì a poco potesse esplodere...





     
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  3. Roxas
     
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    La sedia, impattando sulla porta, fece un rumore che spezzo quell'innaturale quiete che aleggiava nel locale. La sedia si spezzo in due, le gambe della sedia caddero vicino alla porta, insieme all'altra parte della sedia.
    "Se non l'ho attira questo, non so cosa può farlo"

    Si guardò di nuovo intorno. Non riusciva ancora a trovare niente di utile. Le cose che trovava non si potevano recuperare o erano inutili. Si sentiva frustrato da tutto questo.

    Guardandosi intorno, notò che un gruppetto di persone stavano guardando la situazione. Non erano lo stesso numero di quante ne erano nel locale, evidentemente la maggior parte se ne era scappata via. Si girò di scatto, irritato dal fatto che stavano li a fissarlo senza aiutarlo. Scoccandogli un occhiataccia colma di ira, disse al gruppetto:

    "Invece che aiutarmi, dandomi tipo qualcosa per difendermi o altro, state li a guardarmi. Siete di un utilità indispensabile, sape..."

    Non riuscì a finire la sua frase che sentì un rumore. Un sibilo, un semplice rumore ma che aveva attirato la sua attenzione.
    Alessandro guardò verso la direzione del rumore, e impallidì all'improvviso.

    La macchina che ha dato inizio a tutto questo, la macchina che ha rischiato di ucciderlo, la macchina della persona che ha ridotto ad un animale feroce quella persona che una volta aveva un identità propria, stava prendendo fuoco. Il che poteva portare a solo una cosa.

    "STA PER SALTARE IN ARIA, CORRETE!"

    Alessandro incominciò a correre verso l'uscita del bar.
    "Se rimango chiuso qui dentro con lui, sarò spacciato"


    Alessandro "Alex" Lombardi

    Salute: Sano
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    -2x panini imbottiti
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  4. CPL ©
     
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    Moderatore

    Alessandro Lombardi


    La fiamma che era partita dal cofano della macchina incominciò a espandersi, il mostro dentro la macchina, ancora intrappolato iniziò a emettere urli di rabbia ancora più forti, mentre il fuoco scioglieva la carne rendendo ciò che un tempo era una persona, irriconoscibile.
    Le poche persone che erano rimaste fuggirono urlando, Alessandro si unì a loro ma mentre fuggivano da un vicolo lì vicino (probabilmente comunicante con l'uscita posteriore del bar) uscì Luca, si fermò davanti a loro emettendo dei suoni simili a dei ringhi, erano bloccati, davanti avevano quel mostro e dietro di loro un'auto che di lì a poco sarebbe potuta saltare in aria spargendo lamiere bollenti ovunque...






     
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  5. Roxas
     
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    Senza offesa, ma sbaglio a pensare che ci tieni a ficcarmi in quel vicolo? :asd:


    Le fiamme sull'auto incominciarono ad espandersi su di lei. Raggiunsero l'abitacolo, e incominciarono a bruciare velocemente le carni dell'uomo, rendendo l'uomo pressoché irriconoscibile. Emise urla di rabbia feroce, ma non erano dettate dal dolore, ma bensì da altro, cosa che Alessandro non riusciva a capire. Gli provocò un attacco di nausea molto forte, ma doveva resistere, l'esplosione lo avrebbe coinvolto.

    Riprese a correre e raggiunse il gruppetto, che si era stranamente fermato.
    "Perché vi siete fermati? Lasciatemi passare"
    Appena li superò, vide il motivo.

    Davanti a lui vi era Luca. La sua veste era quasi ridotta a brandelli, la bocca grondante di sangue, con dei pezzi di carne al lato sinistro della bocca. Le sue mani erano imbrattate di sangue, come ciò che rimane dei suoi indumenti.I suoi occhi erano diventati vitrei, come quelli del guidatore dell'auto. Iniettati d'ira, ira che pretendeva lo sfogo che meritava.

    Però non accennava a voler aggredirli, ma sembrava più un cane che tentava di proteggere il suo territorio. Appena una persona metteva un passo più avanti, lui gli ringhiava contro, mostrandogli i suoi denti sorprendentemente affilati.

    Alessandro si guardo intorno. Vide a destra un vicolo, e una porta spalancato, da cui si riusciva ad intravedere le gambe di una sedia rovesciata a terra.

    "Ho fatto bene a non procedere nel vicolo allora."

    Stando bene attento a non dare le spalle alla creatura, fece un discorso al gruppetto:
    "Questa era una persona, una come noi. Ha una famiglia, amici, forse anche una ragazza. Ma per lui non conta più nulla ormai.". Si odiò per quello che stava per dire, ma non aveva scelta. " Dobbiamo mettere fine alle sue sofferenze, sia per la nostra sopravvivenza, che quella di altre persone, che per privare del dolore che i suoi cari proverebbero nel vederlo ridotto ad una belva. Non vi obbligo, ne vi garantisco il successo. Però io andrò a finire ciò che il conducente in fiamme ha iniziato, con o senza di voi. "

    Si avviò verso di lui. Il cuore gli vibrava all'impazzata. Non aveva mai fatto un discorso del genere, ne avrebbe mai pensato di farlo. Stava per mettere fine ad una vita.
    "Certo, impazzita quanto ti pare, ma sempre di un essere vivente."
    Si mise davanti a lui a distanza di sicurezza. Luca gli ringhiava come un cane feroce che si preparava ad attaccare.
    "Devo fargli perdere l'equilibrio e farlo cadere a terra. Fortuna che ho fatto il corso di difesa personale. Appena sarà a terra dovrò distruggere la testa. Qualunque infezione sia, non può funzionare senza le attività cerebrali. Almeno spero."

    Si avventò su Luca, tentando di fargli una spazzata, ovvero inginocchiarsi ed effettuare un giro di 90 gradi della gamba colpendo la parte esterna della gamba nemica, per fargli perdere l'equilibrio.
    Una spazzata è tipo questa:
    Spazzata_3_m



    Alessandro "Alex" Lombardi

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  6. CPL ©
     
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    Moderatore

    Alessandro Lombardi




    Il tentativo di Alessandro di far cadere la belva con una spazzata andò a buon fine, Luca perse l'equilibrio e cadde a terra con un tonfo emettendo al contatto col terreno un grugnito.
    Alessandro non ebbe nemmeno il tempo di rimettersi in posizione eretta che Luca era già riuscito a mettersi in ginocchio; ora lo stava fissando, sguardo assente, del sangue (probabilmente appartenente perlopiù all'uomo che aveva cercato di tenerlo fermo dentro al bar) gli colava lentamente giù dalla bocca socchiusa e stava creando pian piano una chiazza rossastra a terra; rimase fermo così per qualche secondo, in trance, ma a un certo punto ebbe uno scatto in avanti, gli occhi si iniettarono nuovamente di sangue, aprì la bocca mostrando i denti sporchi di sangue e i brandelli di carne tra essi, nel giro di mezzo secondo gli sarebbe stato addosso....







     
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  7. Roxas
     
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    Alessandro riuscì a far perdere l'equilibrio a Luca, ma non servì a nulla. Non ebbe il tempo di rialzarsi dalla bassissima posizione che Luca riuscì a rimettersi in ginocchio.
    Aveva un aria strana. Fissava con i suoi occhi spenti Alessandro, ma sembrava in trance. Tutta la rabbia e la voglia di mangiare sembrava svanita, almeno per un istante. Il sangue del poveretto nel bar gli colava molto lentamente dalla bocca, formando una grande chiazza rossa ai suoi piedi. Dietro di lui, tutte le persone erano immobilizzate, tutte pallide in volto, con delle occhiaie più profonde del fosso delle Marianne.

    "Sembra frastornato. Forse la caduta gli ha provocato qualche dannCAZZO!"

    Non riuscì a terminare quello che aveva in mente che Luca si riprese, e scatto in avanti con tutta la ferocia che aveva perso poco fa, ringhiando come quando un cane trova cibo dopo mesi di digiuno.

    Non avendo tempo per pensare, fece la cosa più logica a livello istintivo che potesse fare. Tentò di aggredire Luca prendendolo con la mano destra la gola e la mano sinistra la fronte, per immobilizzare la testa, cercando con tutta la sua forza di far impattare la testa il più violentemente possibile a terra.


    Alessandro "Alex" Lombardi

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  8. CPL ©
     
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    Alessandro Lombardi



    Alessandro colto alla sprovvista riuscì a reagire più rapidamente di quanto avrebbe reagito in situazioni normali, immobilizzò la testa di Luca e la sbattè violentemente contro il terreno, l'impatto fu devastante, schizzi di sangue volarono ovunque, Alessandro riuscì a sentire il suono del cranio che si frantumava contro il terreno, cosa che gli fece correre un brivido lungo tutta la schiena.

    Lasciò andare la testa di Luca, una pozza di sangue si stava espandendo nel punto d'impatto e altri schizzi erano tutt'attorno, molte persone dietro di lui vomitarono, altri iniziarono a battere le mani e altri ancora iniziarono a urlargli dell'assassino...







     
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  9. Roxas
     
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    "AAAAAAAAHHH!"
    Alessandro prese con la mano destra il collo di Luca, e con la sinistra la fronte, e con tutta la forza del corpo, lo sbatté contro il terreno.

    L'impatto fu devastante. La parte posteriore della testa si aprì in due, facendo sgorgare fiumi di sangue dalla testa. La materia grigia scivolò lentamente fuori dal cranio. Gli occhi del cadavere si spensero, lasciando solo uno sfondo bianco dove un tempo c'erano pupille. Il sangue che si era depositato sulla bocca finì di uscire, poiché era finito. I brandelli di carne rimasero impassibili.

    Alessandro tentò di alzarsi, ma a metà dell'opera cadde di schiena sul terreno. Era sfinito, piangeva da una gioia mista a terrore. Aveva ucciso, aveva terminato una vita. Una persona che prima aveva parenti, amici, un lavoro, probabilmente qualcuno al suo fianco. Aveva appena dato loro un motivo per piangere, ed uno per odiarlo. Luca, il cinquantenne ed Aurora erano andati, tutto per colpa sua. Non li conosceva, ma piangeva, perché loro gli avevano dato fiducia, e lui l'aveva tradita.

    Sentì qualcuno che applaudiva e altri che maledicevano il suo nome, ma a lui non importava. Non importava, perché se non lo avesse fatto lui, lo avrebbe fatto uno di loro. Vide alcune persone che vomitavano per lo spettacolo, "Non capisco perché non mi viene da vomitare anche a me" pensò. Una parte di lui se n'era andata, e non tornerà mai più.

    Si rialzo a fatica, le gambe e la mente ancora stanche per lo stress. Appena si mise in piedi, vide il cadavere, e si voltò, verso le persone. Alcune lo guardavano con disgusto, altre lo applaudirono, ma erano comunque distanti. Diede un occhiata al vicolo. Non era successo niente.

    "Se fossi in voi" tornò a guardare le persone, e indicò il vicolo: "Starei lontano da quel bar. Con molta probabilità ci può essere un altro di loro."

    "Chiunque abbia una famiglia, torni a casa da loro, con la consapevolezza che altri" e guardò Luca "Non potranno più farlo"

    E si incamminò verso casa, lasciando una scia di sangue. Le mani tremavano, le gambe pure, la vista gli si annebbiò per la fatica, con lo zaino sporco di sangue che si trascinava dietro con un braccio ancor più grondante di sangue. Non era mai stato cosi stremato.

    Non dimenticherò mai cosa è successo quest'oggi. Mai.

    "Spostamento a ROMA- Condominio Alessandro Lombardi"


    Alessandro "Alex" Lombardi

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    Moderatore

    Alessandro Lombardi

    "Spostamento da Condominio Alessandro Lombardi"

    Alessandro prese lo zaino, si chiuse la porta dell'appartamento alle spalle e scese le scale, arrivato di sotto sul pianerottolo notò che l'ambulanza e la volante della polizia erano ancora lì e i 4 uomini ancora stavano parlando, nel frattempo essendoci la porta del pianerottolo aperta, sentii una porta aprirsi all'interno del condominio, eran quasi sicuramente Carlo e Amanda.






     
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  11. Roxas
     
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    Alessandro prese lo zaino e si chiuse la porta dell'appartamento. Scese con cautela, per paura di inciampare sulle ormai scivolose scale del condominio. Arrivato al di sotto del pianerottolo, si mise a guardare attraverso il portone aperto la situazione.

    Poliziotti e paramedici, con le loro vetture, erano ancora nel mezzo della loro discussione. La macchina ex-infuocata invece stava ancora li. Probabilmente aspettavano un carro-attrezzi per rimuoverla. Non aveva alcuna intenzione di intravedere l'interno dell'abitacolo. Alessandro si appoggiò alla ringhiera delle scale, in attesa della non-coppietta.

    Sentì aprirsi una porta al di sopra di lui, probabilmente il vicino e la sua ospite stavano uscendo dall'appartamento.


    Alessandro "Alex" Lombardi

    Salute: Sano
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    -Felpa con cappuccio
    -Jeans con cintura in pelle
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    Alessandro Lombardi



    La porta si chiuse e un rumore di passi si fece sempre più vicino, Alessandro distolse lo sguardo dai quattro individui, si girò e vide che Carlo e Amanda erano arrivati; "Dai su, salite in macchina", premette il pulsante sulle chiavi e si sentirono le portiere sbloccarsi, Alessandro guardò verso l'origine del suono e vide una Cadillac nera, perfettamente pulita, "Bella eh? Mi son deciso a comprarla finalmente ahah" disse Carlo dando una pacca sulla spalla ad Alessandro, nel mentre Amanda era già salita rapidamente in macchina nei sedili posteriori e Carlo intanto stava andando a prendere posto come guidatore...







     
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  13. Roxas
     
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    Quando chiusero la porta, Alessandro volse lo sguardo verso l'alto. Carlo e Amanda stavano scendendo le scale. Si girò verso di loro. Stava per dire loro qualcosa ma Carlo disse prima di lui"Dai su, salite in macchina", premendo un pulsante sulle chiavi. Dopo averlo premuto, si sentì suoni di portiere sbloccate. Alessandro cercò l'origine del suono, e quando realizzò che macchina era, rimase sbalordito.

    Era una Cadilac, nera, con cerchioni eleganti, cofano con logo Cadilac in bella mostra, perfettamente lucidata. Era splendente, lucidata in maniera quasi maniacale.

    Era rimasto di stucco, e probabilmente lo si doveva notare, visto che Carlo si rivolse a lui, dandogli una pacca sulla schiena che lo riprese dallo stato di sorpresa.

    "Bella eh? Mi son deciso a comprarla finalmente ahah"

    "Devo incominciare a fare anch'io chirurgia, altro che quella stupida facoltà di ingegneria edile ahahah"

    Amanda si era già posizionata sui sedili posteriori, mentre Carlo stava prendendo posto al sedile del guidatore. Alessandro aprì la portiera e prima di entrare nell'auto, volse l'ultimo sguardo quattro individui.


    Alessandro "Alex" Lombardi

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    Alessandro Lombardi


    I poliziotti che davano le spalle ad Alessandro sentendo il rumore della portiera di Carlo che si chiudeva si girarono, subito uno dei due iniziò a correre verso l'auto, "FERMI! Dobbiamo farvi qualche domanda!", qualche attimo dopo anche l'altro poliziotto iniziò a correre mentre i due addetti all'ambulanza guardavano l'accaduto rimanendo in piedi a braccia incrociate.
    Carlo si girò verso Alessandro che nel frattempo era entrato in auto, "Cosa faccio? Mi fermo così rischi di finire dentro? Oppure faccio volare questo gioiellino?





     
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  15. Roxas
     
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    Alessandro fece entrò in auto, e si sistemò per bene. Appena Carlo chiuse la portiera, successe ciò che Alessandro sperava non succedesse.

    I due poliziotti, che prima li ignoravano totalmente, si erano accorti di loro. Uno dei due iniziò a correre verso la vettura:

    "FERMI! Dobbiamo farvi qualche domanda!"

    Dallo specchietto retrovisore vide che anche l'altro poliziotto incominciò a correre verso di loro, mentre i due addetti all'ambulanza stavano guardando la scena a braccia conserte.

    Diamine, non ci voleva. Un piano, mi serve un piano.

    Carlo, nel frattempo, si girò verso Alessandro e gli chiese allarmato:

    "Cosa faccio? Mi fermo così rischi di finire dentro? Oppure faccio volare questo gioiellino?"

    Alessandro, cercando di mascherare il panico, si mise a guardare nello specchietto retrovisore i due poliziotti:
    Non possiamo andarcene. Se c'è ne andiamo, loro capiranno che siamo implicati nella faccenda, e anche nell'ipotesi che li seminiamo, questa macchina è cosi vistosa che ci ritroverebbero subito, e hanno anche il numero di targa! No, nono, devo trovare una scusa. Ma è difficile creare un identità dal nulla, diamine. Un idea, un ide...
    In quel momento vide dallo specchietto retrovisore le gambe del corpo senza vita di Luca nell'ambulanza, con una piccola parte del telo bianco che lo ricopriva. In quel momento gli venne un idea geniale, un idea che a suo parere rischiava persino di vantarsi davanti agli stessi poliziotti di come gli sia venuta. In quel momento capì cosa doveva fare.

    "No, altrimenti in due secondi ci ritroveremo tutte le forze dell'ordine su questa bellissima, ma troppo riconoscibile Cadilac. Sarebbe un peccato per te buttarla in qualche burrone no?

    Non aveva fatto ridere nessuno.

    "Comunque, aspettiamo i poliziotti. Ho un idea, ma ho bisogno che mi reggete il gioco e si rivolse ad Amanda "TU sopratutto. Non preoccuparti, dopo questa non mi vedrai mai più.. Tornò a parlare a tutti e due "Se chiedono prima a voi, non dite le vostre vere generalità, e dite che io sono in lutto, e che mi chiamo... cercò di prendere un nome a caso: "Che mi chiamo Marco. Si, che mi chiamo Marco."


    Alessandro "Alex" Lombardi

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89 replies since 20/7/2014, 23:10   670 views
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