Flashback Michelangelo Fardelli

Un mio vecchio PG

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    God of Flood

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    Questo era un flashback che ho scritto a 14 anni su un vecchio forum, il protagonista è un mio vecchio PG e non era assolutamente in regola con nessuna timeline :asd: Fatevi due risate, ci sono cose che ho riletto che nemmeno io ho capito, per la cronaca ho corretto degli errori grammaticali, spero di averli visti tutti :sobsob:

    PARTE 1



    -Forza signorine! Voglio vedere ognuno di quelli sgorbi a terra privo di vita!-
    La voce del sergente echeggia sempre bene anche nel bel mezzo di questa sparatoria, tutti stanno sparando all'impazzata ma io no... sono cucciato dietro l'improvvisata trincea con il mio Beretta in mano, non sono presente. lentamente il rumore degli spari e dei mezzi corazzati si allontana... mentre un altro dentro la mia testa prende il suo posto.
    -Mi raccomando Michelangelo, lo sai che abbiamo fiducia in te. Stammi bene-
    -Madre quando capirai che ho 19 anni?-
    -Figliolo lascia stare tua madre ormai sta invecchiando!-
    -LUCA!-
    ahhhh mio padre... scommetto che riuscirebbe a trovare ironia anche adesso, dopo aver abbracciato un'ultima volta i miei genitori me ne andai per sempre dalla mia amata campagna pistoiese, non conscio del fatto che non vi sarei più tornato. Il mio obbiettivo era Milano. Non ero mai stato in una grande città e il suo impatto su di me fu devastante, sono il primo della mia famiglia che ha deciso di laurearsi in medicina e non vedevo l'ora di iniziare gli studi. Sono partito per Agosto ma avevo anche un obiettivo segreto nell'andare a studiare li: anche lei ci andava e dopo 5 anni di insensibilità verso l'amore non potevo farmela sfuggire, ero convinto di piacerle, dopotutto io e lei in passato ci eravamo frequentati molto comportandoci come bambini cretini, ancora mi sbellico dalle risate a questi pensieri infantili eppure dall'ultima volta saranno passati tre mesi. Quando tutto è iniziato ero proprio fuori con lei, bhe è abbastanza imbarazzante farsi invitare da una ragazza, doveva essere il contrario ma riuscivo a malapena a balbettare in sua presenza. Eravamo al ristorante The chedi, uno dei più costosi della città e scommetto che se avremmo finita la cena me l'avrebbe pagata addirittura lei... sono uno schifo non posso permettermi la decenza in questi ambienti.
    -hey mondo reale a Michlenagelo! mi ricevi?-
    -Eh? ah.. si si...-
    Porca troia che problemi ho? Fisso il vuoto assorto nei miei pensieri proprio a cena! Ovviamente gli occhi erano rivolti su suo seno neanche a farlo apposta! Michelangelo S-E-I U-N-O S-C-H-I-F-O. E che dire dell'abbigliamento?! lei era elegantissima e fortunatamente non ho le competenze per stimare il prezzo del suo abito... io ero quasi in tuta.
    -Miche qualcosa non va? non ti senti a tuo agio vero?-
    Certo che no cavolo! Sarò andato al ristorante 3 volte in vita mia, ma non potevo deluderla così
    -Cosa? ahahahahahahah no... è solo che mi dispiace non potermi permettere di offrirti la cena Anna-
    -Non farti questi problemi per favore, so che non sei messo economicamente bene-
    Cazzo Michelangelo, andate a cena insieme e non siete neanche fidanzati?! se cerchi "sfigato" sul vocabolario ci trovi la tua biografia, non sapevo cosa rispondere, fortunatamente qualcun altro lo fece per me, ovvero il primo zombie che ho avuto l'onore di conoscere, entrò dalla vetrata del ristorante buttandosi su di essa, proprio dove eravamo seduti noi, i vetri la tagliarono andando per lo più addosso a lei e ferendola nel giro di mezzo secondo, reagii istintivamente
    -ANNA DIETRO DI ME!-
    Fortunatamente eseguì l'ordine in tempo prima che l'infetto si avventasse su di lei, quando fu abbastanza vicino gli ribaltai contro il tavolo in modo da atterrarlo, utilizzando esclusivamente la forza dell'adrenalina. In meno di venti secondi eravamo gli unici sfigati rimasti nel ristorante fra urli e imprecazioni varie. L'infetto era ora davanti all'uscita ci impediva la fuga, aveva ignorato quasi completamente gli altri, come se ce l'avesse con me
    -Resta dietro!-
    Le feci cenno di scappare velocemente in cucina per poi seguirla e prendere un grosso coltello da macellaio
    -Aiuto... Michelangelo cos'è questo?!-
    Si era fermato dinanzi a noi sulla porta della cucina, potemmo osservarlo meglio, la pelle era come completamente bruciata con i denti rossi dal sangue e le pupille totalmente assenti, restò fermo a sfiatarci sul muso per qualche secondo per poi balzare in avanti, con un salto laterale lo schivai e gli piantai il coltello fra le scapole per poi estrarlo in fretta
    -Come mai è vivo?!-
    Piangeva e faceva domande a cui non potevo rispondere, vedevo il suo trucco sciogliersi con le sue lacrime. Avrei voluto abbracciarla ma non era il momento adatto, allontanandomi il più possibile impugnai il coltello a mo di penna e lo lanciai facendolo volteggiare su se stesso colpendolo di fianco sul lato destro vicino alla spalla e facendolo cadere a terra ma ancora una volta si rialzò, preoccupato mi girai per accorgermi che Anna non c'era più per poi vederla dietro al mostro: si era tolta i tacchi e ora gli stava infilando due coltelli nel lato destro e sinistro del collo facendolo cadere a terra morto. Dopodiché lasciò la presa per gettarsi su di me in lacrime
    -Susu tranquilla è finita adesso-
    E non grazie a te testa di cazzo! ma come si fa ad essere così coglioni?! Hai la possibilità di salvarle la vita e ti fai salvare?! Dopo circa un minuto arrivò la polizia, un agente si accertò dello stato dell'infetto e l'altro mi porse la mano
    -Come va ragazzi?-
    -Tutto a posto agente... ora riporto a casa la ragazza-
    -Ma quale casa?! Abbiamo l'ordine di farvi evacuare-
    -Michelangelo... ho paura-

    PARTE 2



    Ho paura?! cosa dovevo rispondere? magari "ti proteggo io" giusto?
    -Andrà tutto... bene-
    E invece ho affermato l'impossibile! Michelangelo sei uno schifo, per non dire peggio.
    -I miei genitori sono ancora in centro!!-
    -Allora sono morti. Muovetevi, salite sull'autovettura vi spiegheranno tutto oltre il punto di blocco-
    Non avevamo altra scelta che eseguire l'ordine, le feci coraggio asciugandole le ultime lacrime, sperando che non credesse alle parole dell'agente. Sulle strade era pieno di quei mostri, il nostro non era un caso a parte, ne urtammo un paio
    -A tutte le unità, bombardieri in arrivo da ovest, tempo d'evacuazione, 15 minuti-
    -unità A-16 alla base, messaggio recepito-
    l'agente riattacca la radio
    -Merda, non ce la faremo mai a salvare tutti-
    -B-bombardieri?! La mia famiglia si trova in mezzo a questo inferno!-
    -20.000 famiglie si trovano in questo inferno signorina-
    -Anna, non puoi fare niente, nè te nè io. Se la caveranno e li cercheremo-
    quando la finirò di prendermi in giro da solo?! Ero disposto a dire tutte le cazzate del mondo per non farla preoccupare, fortunatamente non rispose ma strozzò un singhiozzo, le asciugai il trucco ormai logoro dalle guance, non potevo vederla così, credevo di soffrire più di lei. Ma oramai ero l'unico con i nervi saldi. Al punto di blocco c'erano alcuni militari con in braccio le loro armi che tolsero velocemente il filo spinato al passaggio per permetterci il di proseguire, oltre un chilometro di strade poco più sgombre notai un grande ammassamento di mezzi armati e autovetture della polizia, l'agente ci fermò e ci dette in custodia a un soldato
    -Allora Federico ti affido la bella coppietta e me ne vado cercando di fare l'ultimo giro poi raggiungo gli altri al punto di evacuazione-
    -Vai tranquillo, buona fortuna-
    Scendemmo dall'autovettura e una volta soli il soldato ci fece cenno di seguirci
    -Piacere ragazzi, sono il caporale Algerini e vi porterò fuori da questa città, il punto d'evacuazione è a tre chilometri da qui, corriamo fino in fondo a via Vivaldi e giriamo a destra sul corso Ateno, tutto a dritto non potete sbagliarvi seguitemi-
    L'uomo era senza dubbio in forma, andava veloce per l'arma che portava, ma probabilmente per lo stress Anna ci stava dietro a malapena già dopo i primi istanti di corsa, cercai di affiancarla, senza i tacchi i suoi piedi si ferivano e aveva probabilmente ancora tutte le schegge sulla superficie della pelle, era messa male
    -Anna ce la fai?-
    Come risposta sentii solo una smitragliata del caporale su un gruppo di 4 infetti apparsi dal nulla
    -Guardalo è in difficoltà!-
    Feci appena in tempo a girarmi per vedere l'ultimo infetto sopravvissuto alla raffica che si avventava sopra Federcio, che strozzò un urlo poi soffocato dall'infetto che gli staccò il collo, mi faranno una statua... come il più grande salvatore della città scommetto. Michelangelo FAI SCHIFO.
    -Cristo Santo NO!-
    Lo zombie non si fermò a consumare il suo pasto ma si avventò su di me ad una velocità poco inferiore a quella con la quale correvo.
    -Anna scappa sulla destra!-
    Attirai l'attenzione del mostro sulla sinistra per poi fare in tempo ad allontanarlo dal cadavere dello sfortunato. Fatto ciò con un salto e una rapida capriola tornai indietro e mi sdraiai sul corpo di Federico a pancia in giù. Quando il mostro mi stava per sfondare la gabbia toracica con i denti rotolai sulla destra per poi sparargli contro il restante caricatore del Beretta recuperato. Nel morire lo zombie mi cadde addosso e me lo scrollai velocemente con fare schifato, poi i miei occhi caddero sulla divisa del povero soldato dove stava scritto "esercito italiano"
    -C-che vuoi fare?-
    -Dammi solo un secondo-
    La strada si riempì presto di civili in fuga, in quel caos mi cambiai con l'uniforme dell'esercito e caricai l'arma con un caricatore trovato nella giubba
    -Ti porterò fuori di qui, vivo o morto-
     
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